“Love Interruption” e del perché amare Jack White

Posted on 14 febbraio 2012

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Jack White (Third Man Records)

Jack White è Dio. Anzi, mi correggo: se fosse possibile tracciare un’immagine a linee nitide di una somma divinità, John Anthony Gillis ne assumerebbe i contorni più simili.

Contaminato dagli studi di musica classica e con nelle vene il fango del blues del Delta misto al sangue, White riassume dentro la propria anima l’essenza stessa del rock, in un unicum spaziotemporale che accoglie la visceralità di Robert Johnson fino alle asprezze del garage degli ultimi decenni: così, da Detroit, le pennate grezze alla chitarra con i colpi sordi alla batteria di Meg portano i White Stripes un po’ ovunque la musica sia trasmissibile e oltre, mentre lui non si ferma e continua a macinare musica, mettendo insieme band come i Raconteurs (con un altro tizio tutt’altro che indifferente come Brendan Benson) e i Dead Weather, che accolgono nel loro grembo anche Alison Mosshart dei Kills e Dean Fertita dei Queens Of The Stone Age.

Questo per dire che oggi, meglio di un putto svolazzante da sotto un architrave, è uscito il singolo Love Interruption, direttamente dal prossimo album solista del cantautore del Michigan (in uscita il 23 aprile), con wurlitzer e clarinetti come tocchi di raffinatezza.

L’album è titolato Blunderbuss e ha già visto l’anteprima con Machine Gun Silhouette (che per b-side vanta una certa Evil, brano firmato da Howlin’ Wolf e concepito con Tom Jones).

Cliccare qui sotto per credere.

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Posted in: Roba nuova